La sua decisione a realizzare il Giardino Belvedere Mariateresa, furono la visita del Parco della Burcina a Biella, la Panoramica Zegna, così come le letture e studi di oltre 150 libri del settore, acquistati alla Libreria della Natura di Milano. 

Il giardino l'ha pensato totalmente lei, dal layout alla scelta delle piante, ispirandosi fin dal primo numero pubblicato della rivista specializzata in giardinaggio “GARDENIA”, seguendo scrupolosamente i consigli pubblicati dagli abituali collaboratori: il maestro giardiniere Carlo Pagani, l’Arch. Antonio Perazzi, l’Arch. Carlo Contesso e imparando a selezionare piante di alta qualità. Frequenta rigorosamente le mostre: l’Orticola di Milano, il Castello di Masino, l’Orticolario di Cernobbio. I vivai Zanet, Mulino dei Fiori e Donetti sono il posto giusto dove trova sempre le piante migliori trattandosi di produzioni vivaistiche di prima scelta. L’Arch. Leo Rova e Anna Carminati l’hanno fortemente influenzata nell’abbellimento degli interni della casa circondata dal giardino, soprattutto per quanto riguarda la ricerca della perfezione.

Fabio Nicola è l'artista scultore, del laboratorio Homo Faber, che ispirandosi alla natura, da anni realizza opere d'arte ambientali, presenze arcaiche che popolano il giardino e dialogano con il paesaggio della Valsessera nelle Alpi Biellesi. 

Petko Petkovic è il giardiniere che ha svolto brillantemente un grande lavoro con pazienza e sopportazione per la sua “puntigliosità”.

Roberta Zivolo, parente, nonché sorella d'anima, e la sua assistente Simona Borgonovo per il meticoloso lavoro di redazione e sviluppo del sito internet oltre alla comunicazione e marketing.

Suo marito Ennio Belvedere per i suggerimenti puntuali e la lettura imparziale delle opere realizzate in giardino.

Il giardino Fineschi per averle insegnato la potatura delle rose e la conoscenza delle oltre 6000 rose ivi presenti.

Gli amici Dante, Loris, Sergio e Claudia, sono i primi volontari che continuano ad aiutare a mantenere l’armonia e la bellezza del giardino, sforzandosi di conservare e sviluppare la tenuta, con il rigore e l'altruismo che rendono notevole il giardino. 

I suoi genitori possono essere considerati i suoi mentori, in quanto le hanno insegnato a pensare in modo autonomo.

Sua figlia Mara e i nipoti Lorenzo e Jago amorevolmente la osservano e accompagnano. 

Sant'Antonio di Padova, che lei ha pregato con devozione, davanti alla sua statua collocata nella cappellina presente nel giardino, avendo ottenuto per ben due volte il miracolo della riparazione di due carcinomi. 

Non da ultimo il Genius Loci che è diventato il compagno in questa avventurosa opera e vero maestro della sua vita, avendo ispirato l'armonia nella progettazione e realizzazione di questo GIARDINO TERAPEUTICO, dove sono state riprese ed esaltate le massime potenzialità benefiche.